venerdì 12 ottobre 2012

gli Stati e i bambini



senza pudore


lunedì 20 giugno 2011

Pontida, il miagolio di Bossi contro il ruggito della Lega

Quello che i media fingono di non vedere

Finalmente Pontida. Parla Bossi. E partono gli ultimatum (no anzi i penultimatum) a Berlusconi. Fioccano gli avvertimenti e le condizioni da sindacalista contro il premier. Anche se mancano gli strappi, le rotture, gli staccamenti di spina. O almeno, così i media ci raccontano Pontida.

Sbaglierò, ma a parte tutto, a me pare che non sia tanto il Bossi ad avere imposto ultimatum al Cavalier quanto il popolo leghista al Senatur.

In pratica ieri a Pontida s'è detto: non prendeteci ancora a calci, pazientate, o popolo verde, vedrete che riformeremo il fisco, argineremo l'onda dei clandestini e porteremo pure dei ministeri al nord. E la base: se - ce - ssione... se- ce- ssione... E Bossi: Cosa? sì... sì.. la secessione certo. Elezioni meglio di no però, che non è aria. Adesso pensiamo alle riforme, sono qui su questo foglio: dodici riformine dodici. Non c'è Cavaliere o Tremonti che tenga. O si fanno entro il 2013, ste riforme, o nulla è scontato: persino la leadership del Berlusca. Addirittura!

Insomma, dopo due anni e mezzo di governo azzurro-verde, il countdown è ricominciato. Tempo poche settimane, se lo shattle delle riforme non partirà, saranno i leghisti a mandare in orbita l'ex leader massimo e tutto l'ambaradan governativo. Si capisce che a rischiare il collo, non è il solo Berlusconi ma soprattutto Bossi. Ma a tenere in mano la corda della ghigliottina, non è il senatur ma la gente della Lega.

E allora colpisce il fatto che più che dire cosa fare, Bossi abbia detto cosa non fare. Niente più parole d'ordine o direzioni di marcia. Piuttosto, un Bossi temporeggiatore, con spirito assai poco leghista, chiede alla base di fare quello che meno sa fare: temporeggiare.
Così la spada di Alberto da Giussano s'affloscia solo se a tenerla in mano è l'ex celodurista, capo dei capi verdi, onorevole Bossi.

sabato 18 giugno 2011

Ecco come la profezia dei media su Pontida ti sveglio’ il can che dorme



La Lega e’ un cane, sentenzia Feltri da il Giornale. Nel senso: “abbaierà ma senza mordere il presidente del Consiglio". E il Foglio: la Lega non togliera’ il tappeto da sotto i piedi del Cavaliere: cadesse il governo si schianterebbe pure lei. Dal Corriere Meli profettizza: a Pontida, domenica, non succederà nulla, non ci sara' rottura. E nemmeno  partira’ il foglio di via per Berlusconi (La Stampa).

Per i media i giochi di Pontida di domani sono gia’ fatti. Sciolgono il nodo di Pontida con facile determinismo: Bossi non stacchera’ la spina al governo. Al massimo bofonchiera’ alcune condizioncine, tipo un giro di vite sull’immigrazione di qui, una ritirata dai vari fronti di guerra di la’. Tutto a beneficio dei seguaci creduloni.  Ma in sostanza nulla cambiera’ per il governo migliore d’Italia da centocinquanta anni a questa parte.

Eppure, tutta questa unanimita’ puzza. Un po’ ricorda i mondiali di calcio. Nell’ultimo i media davano l’Italia per spacciata. E si sa come e’ andata a finire. Agli Europei 2004 invece, la sfigata Grecia doveva uscire al primo turno. Ma non ando’ proprio cosi’. In entrambi i casi si direbbe che la Grecia e l’Italia vollero vincere quasi con dispetto. Giusto per provare ai media e al mondo quanto avessero torto. Per avere la soddisfazione di sbugiardare tanti falsi profeti.

Certo non ho la palla di vetro, io. Ma questo facile profetismo dei media potrebbe dar non poco fastidio a Bossi e Maroni e ai leghisti tutti. Finira’ che la sufficiente prevedibilita’ con cui si liquida l’appuntamento di Pontida inneschera' l’imprevedibilita’ della Lega. Mah, si vedra'. 

venerdì 17 giugno 2011

"Siamo come nani sulle spalle dei giganti"


Siamo come nani sulle spalle dei giganti. A dirlo fu Bernardo di Chartres, filosofo del dodicesimo secolo in una delle sue lezioni  nella scuola cattedrale di Chartres a Parigi. 

L'analogia è semplice. Per il professore la cultura, o meglio i fondatori della cultura sono dei giganti che consentono a noi tutti - i nani - di vedere molte più cose e  più lontano, ben oltre i limiti della nostra statura.

In politica si direbbe che a essere i nani sono i ministri, mentre noi, il popolo, i giganti. Lo si direbbe per una ragione di giustizia: i ministri sono nani in parlamento stipendiati e sorretti dalle spalle di noi contribuenti.
Per questo brucia e infiamma i cuori l'insulto bavoso di Brunetta e di Stracquadanio ai precari, tali non per scelta ma vittime delle ingiustizie sociali italiane. 

Sarebbe bello, davvero, se tutti noi avessimo un sussulto e non porgessimo l'altra guancia Non so, tipo inviassimo una e-mail ai media di destra, alle istituzioni, ecc. a ricordare ai Brunetta di turno questo indiscusso principio democratico. "Siamo come nani sulle spalle dei giganti", appunto.


giovedì 16 giugno 2011

La filosofia da stracquadanio di quella destra un pò brunetta

Da popolo sovrano a popolo bue


E così capita anche che Brunetta-Asterix e Stracquadanio-Nullafix in un sol giorno disintegrino l'idea del popolo sovrano.

E lo fanno con un'arroganza imbecille da far venire il sangue alla testa. Voi precari siete la parte peggiore d'Italia, degli scansafatiche non usi a lavorare duro, magari andando ai mercati a sgobbare di schiena scaricando frutta. Dice il da-noi-stipendiato-Brunetta, dall'alto della sua esperienza di gran lavoratore. Che è un pò come voler fare lo scaricatore con la schiena degli altri.

E Stracquadanio (un notabile del Pdl si suppone) ci dà dei fancazzisti. A noi che abbiamo smesso di fare gli struzzi e che ci siamo buttati nella mischia del web per batterci in prima persona usando le armi della creatività e del libero pensiero. 

E' la cartina di tornasole del referendum che rivela agli italiani questi Tratufi molieriani e il tanfo del loro pensiero illiberale, elitario, antipopolare.Tutti quei video, quei blog quei post su facebook li hanno tramortiti. Li hanno resi lividi di rabbia e incredulità. Come trovarsi di fronte all'imprescrutabilità di un mistero. Proprio non si capacitano. 

Si capisce allora come il bel Brunetta e il buon Stracquadanio siano null'altro che i portavoce della vera filosofia del berlusconismo che strumentalmente trasforma gli italiani da popolo sovrano a popolo bue.

martedì 14 giugno 2011

La stampa-pitbull al soldo del vittimismo del Cavaliere

Ormai il Giornale e Libero sono dei pitbull che addentano chiunque possa strumentalmente perpetuare la falsa leggenda del Cavaliere vittima innocente della politica. Con studiata logica accerchiano e spingono i loro nemici sul palcoscenico dell'opinione pubblica per dimostrare quanti siano quelli che remano contro.

Così a cadere sotto i denti della stampa-pitbull non sono solo i nemici ma anche gli amici. Non solo i soliti Fabio Fazio e Adriano Celentano ma adesso anche Tremonti e persino la Lega.

Non c'è distinzione. La stampa-pitbull non perdona. Non importa se Celentano o Tremonti o la Lega abbiano mosso critiche sensate. L'importante è che Berlusconi appaia come la Giovanna d'Arco della politica italiana, ispirato dall'alto a purificare uomini e cose ma messo al rogo dai carnefici della conservazione .